lunedì 21 luglio 2025

Le mani sulla città di Alghero.

Intervento del 6 Luglio . Quale è la dialettica da seguire per capire chi ci è veramente nemico? Viviamo a corrente alternata. Viviamo e cerchiamo soluzioni per vivere una vita degna. Siamo cittadini di uno Stato “che era stato” (scusate gioco) e che adesso non è più. Uno Stato che si era ricostruito dopo la guerra ma anche in quella occasione forse la scaltrezza, l'arte di arrangiarsi anche prevaricando il prossimo c’è stata, però il desiderio di rinascita prevaleva, il desiderio di unirsi, di condividere di godere di quello che in seguito sarebbe stato il boom economico, un qualcosa di inclusivo che creava opportunità a molta gente. Questo ormai è un lontano ricordo, qualcosa che non si potrà replicare perché la Società si è disgregata. Una società non di individui ma di individualisti. Una guerra continua fra poveri. Una guerra mossa dai grandi capitali che mette contro l’uno con l’altro. Siamo in guerra fra di noi. Una sola opinione sbagliata crea divisione, nuovi nemici, crea una nuova guerra. Si cambiano sempre le divise, le magliette delle squadre, come il peggio esempio di sportività. Noi, in questa epoca dobbiamo ragionare come se fossimo reduci da una guerra.  Adesso le guerre , i conflitti sono il nostro quotidiano, le notizie e gli scenari cambiano di giorno in giorno. Siamo testimoni di qualcosa di talmente grande che ci sentiamo inermi e piccoli. Come se ormai avessimo abdicato, accettato questa situazione. Le grandi situazioni, come questa globale, sono però partite da delle situazioni più piccole, da piccole realtà che si sono ingigantite e alle quali deleghiamo le nostre vite perché siamo in un frullatore avido di potere e conquista. Queste citate adesso sono le situazioni negli scenari mondiali. Ma passiamo a piccoli scenari provinciali dove sono in atto guerre di potere e di conquista che hanno la stessa valenza e violenza di quelle mondiali in atto. Le guerre alla Mafia, la Camorra, la Ndrangheta per le quali abbiamo avuto gente che si è esposta alla ricerca di una giustizia, gente scomoda, come Peppino Impastato, Giancarlo Siani, Don Diana e tanti altri, gente che ha sacrificato la propria vita parlando e combattendole queste organizzazioni. scardinando il “ma è sempre stato così”. Peppino Impastato invitava a scoprire la bellezza della libertà, della giustizia (Se si insegnasse la bellezza….) Anche la nostra piccola città di provincia, Alghero non è immune da questa battaglia, piccola guerra contro chi vuole metterci le mani sopra. In questa epoca ad Alghero, io sento delle voci, ma non “le voci di dentro” come De Filippo, delle voci, che sempre più insistentemente coincidono, fra loro, quindi mi chiedo: se fossero solo invenzioni, fantasie, sarebbe un copione ben studiato, ma mi rendo conto che queste voci hanno dentro molta verità, perché coincidono in quelli che sono i concetti principali e ribadiscono che il problema esiste, il problema è vero, tanto da interessare “Il Fatto quotidiano” e “l’Unione Sarda” a parlarne. “Scegliti un pezzo di spiaggia dove vuoi essere sotterrato. Così titolava l’articolo de Il Fatto, rivolto ad un imprenditore virtuoso, una vittima di questo meccanismo stritolante, che non si è piegato alle minacciose lusinghe con decine di zero con le quali volevano obbligarlo a vendergli il locale. Io sono un semplice cittadino come voi, voi che incontro spesso in tanti incontri per sensibilizzare altra gente. Siamo sempre gli stessi, ma perché forse quali che non ci sono, sono anestetizzati dalle onde delle TV, dagli spritz, dal glamour quotidiano, dalle barzellette, come quelle che raccontava il satrapo. Forse loro stanno troppo nelle loro trincee dorate, invitiamoli ad uscire, altrimenti è finita, stiamo venendo a salvarvi. Scusate la parentesi da predicatore. Ahhha! Io dico che bisogna ragionare come se fosse un dopoguerra. La guerra c’è già, c’è da sempre, c’è già stata. L’individualismo, l’egoismo, sono attitudini malsane, i privilegi, i favori, le illusioni di guadagni facili, generano una società individualista e porta le persone a non preoccuparsi di un problema fino a che questo non gli irrompe in casa, come un missile lanciato da chi ha “il tuo stesso identico umore, ma la divisa di un’altro colore” (cfr De André). La mia partecipazione a questa assemblea è dettata soprattutto dall’amore per il prossimo, per la città che mi ospita, per le persone che mi coinvolgono e che stimo per questo impegno condiviso. La mia coscienza mi porta sempre a virare verso chi ha fragilità, diversità, difficoltà di ritagliarsi uno spazio degno in una società, spesso cattiva, risoluta e prevaricatrice. In queste organizzazioni ci sono dei canoni che mi ricordano tante famiglie, magari tradizionali, come quelle che tanto sbandierano come modello vincente. La famiglia una composizione meccanica e convenzionale, la famiglia è amore. Non voglio infilarmi in un ginepraio ma un giorno dovessimo parlare di questo esempi ne ho a bizzeffe. Il concetto della famiglia col padre padrone, dove non si poteva parlare per non fare arrabbiare il capotribù/famiglia. Io ho conosciuto quel capotribù e ogni volta che ho la possibilità voglio combattere quel capotribù, chiamare le cose col loro nome. Nel mio lavoro uso la metafora, la satira, ma qui questa parola si pronuncia e chiediamo a gran voce, c’è la Camorra ad Alghero? Se c’è, chiediamo uno sforzo da parte delle istituzioni di fare sempre più luce su questa piaga che interessa la città. Questo è il nemico più impellente e infestante da sconfiggere per Alghero. Informiamoci da fonti diverse. L’informazione del mainstream ci distrae, ci confeziona i nemici contro i quali indignarsi: i poveri, gli immigrati, i percettori del reddito di cittadinanza, i drogati con droghe scadenti, non quelli che imbiancano la città di neve, non mi stupirei se dietro questo imbiancamento della città ci fosse proprio la camorra. Il denaro per questo organizzazioni arriva a getto continuo, un denaro macchiato, sporco, che deve essere lavato centrifugato e rimesso in circolo, una ruota che gira, che anche se sembra giri a vuoto, fa il suo lavaggio, prelavaggio e centrifuga per un programma a 90° gradi, come quelli nei quali la città rischia di trovarsi piegata e non rialzarsi più. Io penso che bisogna dare una mano tutti alla città per aiutarla a rialzarsi. Grazie

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